È ARRIVATA LA FINE DEL CICLO ECONOMICO??

Ray Dalio, il fondatore di Bridgewater - l'hedge fund di maggior successo nella storia, che ad
oggi gestisce 160 miliardi di dollari- sostiene ormai da tempo che le condizioni del panorama
economico mondiale siano sempre più simili a quelle che hanno portato alla grande
depressione degli anni '30.
In particolare Ray, prende in considerazione i tassi di interesse prossimi allo zero, condizione
comune a tutte le fasi economiche che hanno preceduto una crisi, i prezzi delle azioni alle
stelle e il divario che si accresce fra i nuovi ricchi e i nuovi poveri che sta letteralmente
spianando la strada al populismo galoppante, che prende sempre più piede in Europa come
negli USA e che porta inevitabilmente all'insorgere di nuove tensioni all'interno del panorama
economico globale.
Negli ultimi anni inoltre, i debiti accumulati da governi e aziende private ,
hanno superato di gran lunga i livelli del 2008.
Questi prestiti stanno però terminando il loro effetto benefico, che in molti paesi europei è stato piuttosto circoscritto. Quindi, il debito è aumentato ulteriormente, senza sortire sufficienti benefici e così il rischio di
Default sembra farsi sempre più concreto per i paesi più deboli.
Forte del suo "principio", in base al quale in presenza di circostanze simili gli eventi si ripetono,
Ray dal 2017, ha iniziato ad accumulare posizioni ribassiste sulle più grandi aziende europee,
suscitando clamore e stupore nel mondo degli investitori.
Il fondatore e Chief Investment Officer di Bridgewater, ritiene che ci troviamo nella fase finale
del ciclo economico. Quella in cui oramai anche le misure per tentare di rilanciare l'economia, come il
Quantitative Easing di Mario Draghi, non sono state sufficienti a fornire all'economia mondiale e
soprattutto a quella europea, la spinta di cui aveva bisogno per risollevarsi definitivamente dalla
crisi del 2008. E conclude pronosticando un crollo di borsa imminente entro un paio d'anni.
E se all'inizio c'era chi lo derideva per gli scarsi risultati ottenuti, convinto che si stesse
sbagliando, adesso il mondo apre le orecchie a quello che Ray ha da dire, dopo i risultati
ottenuti nell'ultimo anno che sembrano dare pienamente ragione a quello che sostiene da
anni.

Ma se c'è chi si sta spostando sempre più verso le teorie dell'investitore italo americano, c'è
anche chi come Warren Buffett, continua a comprare come se i prezzi delle azioni fossero
invece appetibili.
Sfruttando questa ultima correzione, infatti, l'oracolo di Omaha ha incrementato ulteriormente il
suo portafoglio, ritenendo l'abbassamento dei prezzi delle azioni come un'ottima occasione di
acquisto.
Nel Q3 2018 ha finalmente messo in moto l'orda di cash a disposizione, aggiungendo 522mila
azioni Apple, titolo che pesa per circa un quarto all'interno del suo portafoglio. Warren possiede
ora oltre 57 Miliardi di dollari in azioni Apple.
Altri aquisti importanti messi a segno dal CEO di Berkshire Hathaway sono i 4 miliardi
acquistati in azioni JP Morgan Chase e l'Incremento del 29% delle sue partecipazioni in
Bank of America. Il gruppo bancario diventa il secondo titolo del portafoglio superando
Wells Fargo.
Ma non sono le uniche banche sulle quali Warren ha messo le mani di recente.
Buffet ha infatti consolidato nell'ultimo anno le partecipazioni che già aveva in Bank of
New York Mellon, Goldman Sachs e U.S. Bancorp, investendo soltanto in queste ultime
tre, ben 1.2 miliardi di dollari.

E' quindi chiaro che Buffett sia ancora convinto della sanità dell'economia americana e della
sostenibilità del suo indebitamento, tanto da puntare sull'aumento dei profitti delle banche, che
negli anni a venire potranno godere di tassi d'interesse in crescita.
Ma Warren non compra soltanto banche. Il guru della finanza ha infatti investito di recente due
miliardi di dollari in azioni Oracle, rendendolo di fatto il quarto maggior azionista del gruppo. Da
sempre contrario all'investimento in azioni tech, Buffett aveva già stupito il mondo degli
investimenti quando nel 2016 aveva iniziato a comprare azioni Apple, ora ,forse attirato dalle
montagne di cash flow che l'azienda genera, decide di tuffarsi anche in Oracle, seppur
rimanendo cauto, scegliendo di investire soltanto l'1% del suo portafoglio.
Ma l'Oracolo non smette di stupire e decide che le azioni della sua Berkshire sono sottovalutate.
Porta avanti quindi una politica di riacquisto di azioni proprie che viene ben accolta dal mercato,
tanto che le sue azioni guadagnano il 5% nel giorno in cui il mercato viene a conoscenza della
decisione.
Considerando che Buffett non comprava azioni proprie dal 2012, la rarità con la quale questa
modalità di restituzione di liquidità agli investitori viene utilizzata da Berkshire, rappresenta la
prova del nove sulla convinzione di Buffett che il valore delle azioni si attesta sotto al valore
intrinseco della sua azienda.
Saranno azioni dettate da demenza senile oppure dovremmo fidarci del più grande
investitore della storia e buttarci negli acquisti come farebbe una donna col portafoglio
pieno durante i saldi???

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